Gestione online della crisi psicologica da COVID-19: il Modello Cinese

L’11 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara ufficialmente il Coronavirus come Pandemia. Tedros Adhanom, direttore generale dell’OMS, in conferenza stampa comunica al mondo la profonda preoccupazione circa i livelli allarmanti di diffusione e gravità del Covid-19.

Scoppiato in Cina nel Dicembre 2019, in poco tempo il Coronavirus è diventato emergenza sanitaria di pubblico interesse internazionale. Sono state adottate misure restrittive di controllo senza precedenti per contenerne diffusione e mortalità. In Italia in pochi giorni si è arrivati ad una sospensione totale di tutte le attività commerciali (escluse quelle di sostentamento primario), attività scolastiche di ogni ordine e grado, e divieto di assembramento in ogni condizione. In sostanza, ognuno è tenuto a stare isolato fisicamente: la vita sociale, dall’oggi al domani, ha subito un drastico arresto e modificazioni senza precedenti.

#IORESTOACASA è diventato il leitmotiv quotidiano.

Ma cosa comporta il restare a casa rispetto alla salute mentale? Come reagisce l’uomo moderno all’isolamento forzato? Come ne risente la mente? E soprattutto, cosa possono fare gli esperti di salute mentale in questo nuovo scenario?

In una società rapida e in costante movimento, in cui la forza-lavoro spinge al contatto quotidiano tra individui, con ritmi estenuanti e poco tempo libero a disposizione, trovarsi improvvisamente isolati è un duro cambiamento da accettare, a cui si è impreparati sia mentalmente che fisicamente. Adattarsi a nuove circostanze e contesti lavorativi, come lo smart working da casa (per chi ha la fortuna di poterlo fare), e a nuove tempistiche, non è del tutto facile. Il cambiamento della routine quotidiana, delle abitudini, dell’intero stile di vita non è di immediata accettazione. La percezione del tempo a disposizione risulta alterata. Le stesse giornate di 24 ore sembrano dilatate e rallentate: i temporal frames che prima erano scanditi e riempiti da mille attività, ora sono svuotati e rimodulati. La vita trascorre tra le mura domestiche, a stretto contatto con familiari, o in solitudine. Ciò può comportare conseguenze sul benessere psicosociale dell’intera comunità.

Assieme a fattori protettivi e risorse funzionali dei singoli individui e delle famiglie, messi in atto per arginare le nuove difficoltà dell’isolamento, vi sono sicuramente rilevanti fattori di rischio per la salute psicologica. Molte sono le variabili che possono concorrere all’instaurarsi o all’esacerbarsi di un disagio psicologico o di un vero e proprio disturbo. Ad esempio, il senso di vuoto, di solitudine, o l’insofferenza di rapporti familiari già incrinati, uniti alla paura insita nello scenario stesso della pandemia, possono scatenare crisi personali con stati d’ansia, attacchi di panico, depressione, o peggiorare psicopatologie preesistenti. L’intera collettività sta subendo le limitazioni alla libertà personale che, seppur indispensabili per l’autoconservazione, risultano di difficile compimento. La necessità di un supporto specialistico è sempre più diffusa.

Ma se non posso recarmi personalmente dal medico, dallo psichiatra o dallo psicologo, come posso essere aiutato?

Siamo abituati al concetto classico di visita medica, psichiatrica e seduta psicologica: un incontro vis a vis in uno studio, con un contatto diretto medico-paziente. Un setting specifico in cui l’ascolto attivo e diretto, l’empatia, la comunicazione verbale e non verbale rappresentano nodi fondamentali dei colloqui. Un gioco di parti in un ambiente specifico, costruito ad hoc per sentirsi protetti, liberi di parlare di problemi che, per loro stessa natura, sono molto delicati ed intimi.

Sebbene la psichiatria e la psicologia moderni si stiano avviando verso nuove modalità online di consulenza e consulti, ad oggi nel nostro Paese, siamo lontani dal mettere in atto veri e propri percorsi di cura interamente da remoto. O meglio, eravamo lontani. La psichiatria on-line, così come il sostegno psicologico o la psicoterapia on-line, erano fenomeni in fase embrionale, ancora esiguamente diffusi, fino a qualche settimana fa. Nonostante svariati aspetti positivi e comprovati benefici, e nonostante la nascita di interventi di cura, effettuati anche tramite le nuove tecnologie (Terapie Digitali https://www.valeriorosso.com/2019/08/01/terapie-digitali-in-psichiatria/), si era ancora poco avvezzi ad una piena rivoluzione digitale applicata al campo della salute mentale.
Ma gli imprevisti cambiamenti legati al Covid-19 spingono gli esperti a ragionare ed aggirare il problema del no-contact. Come? Con consulenze e supporto da remoto.

La Cina, Paese capofila della pandemia, ne è un esempio. Attraverso lo sviluppo di tecnologie on-line ha modificato il sistema sanitario. Con un nuovo modello di intervento e gestione della salute pubblica, ha integrato, tra gli altri, il supporto psicologico da remoto. Questo nuovo modello, ideato dal West China Hospital, unisce medici, psichiatri, psicologi e assistenti sociali in piattaforme internet. Bastano pochi click per essere assistiti e supportati in una modalità che si adatta dinamicamente a questa nuova emergenza planetaria. Secondo i ricercatori cinesi Jun Zhang, Weili Wu, Xin Zhao e Wei Zhang, l’intervento sulla crisi psicologica deve essere adattato alle diverse fasi dell’epidemia, compreso il post Covid-19. Gli interventi dovrebbero essere formulati, strutturati e rivolti simultaneamente ai malati, ai familiari, alle persone in isolamento, all’intera popolazione, tenendo conto di tutte le difficoltà di adattamento a tale scenario. Si parla del bisogno di disporre la tutela della salute mentale con una rapida integrazione del sistema sanitario e delle forze sociali nella Rete, al fine di massimizzare la gestione efficace della crisi psicologica.

Gli stessi esperti spiegano di aver stabilito una struttura piramidale di gestione di tali difficoltà. Nella parte inferiore della piramide si trovano le comunità, che forniscono principalmente supporto psicosociale. L’assistenza psicologica è garantita attraverso consulenza online e su piattaforme dedicate. Vengono utilizzati strumenti di screening e questionari per identificare e aiutare i gruppi target che necessitano di intervento (compreso il personale sanitario impegnato in prima linea). Sulla base dei dati raccolti, equipe di specialisti hanno sviluppato linee guida e formazione per la consulenza tramite internet. In un articolo pubblicato sulla rivista “Precision Clinical Medicine” si legge: […] sul modello di praticabilità ed efficacia dell’intervento psicologico, il West China Hospital ha sviluppato e sta realizzando un piano di riabilitazione psicologica. L’idea centrale è quella di integrare la tecnologia internet nell’intero processo di intervento e di combinare l’intervento precoce con la riabilitazione successiva. Al fine di aiutare i pazienti e la popolazione generale nell’epidemia COVID-19, stiamo cercando di condividerla con tutti gli ospedali di salute mentale, al fine di garantire un’efficace cooperazione tra personale medico e psicologi.

Ad oggi, l’Italia è il Paese più colpito dopo la Cina e necessita di un Pronto Soccorso Psicologico gestito in concerto da esperti della salute mentale, che adattino i propri strumenti di cura e supporto a tale nuovo scenario, per mezzo di internet.


Sarà il momento di agire verso l’innovazione tecnologica circa la salute mentale?

Sarà il momento di impiegare diffusamente le nuove terapie digitali e di affinare nuovi modelli di assistenza e supporto psicologici online?