Stile di pensiero caratterizzato dalla concatenazione di pensieri a valenza negativa e poco controllabili. E’ un tentativo di problem solving mentale su una questione dal risultato incerto (Borkovec et al. 1983).
Può essere di tipo “ascopico”: il soggetto non è in grado di spiegare o riferire le credenze circa i motivi che lo portano a rimuginare (Sassaroli, Lorenzini e Ruggiero, 2006). In tal senso è un fenomeno mentale incontrollabile, riscontrato soprattutto in soggetti con una lunga storia di malattia; in alcuni casi può essere la conseguenza di deterioramento o impoverimento cognitivo.
Spesso riguarda l’anticipazione di situazioni potenzialmente minacciose, o percepite come minacce future, e processi decisionali. E’ una strategia di regolazione delle preoccupazioni che restringe il campo d’attenzione a potenziali problemi, generando una sorta di dialogo interno ricorsivo e ripetitivo su ipotesi sostanzialmente non verificabili.
Il rimuginio può essere un processo pervasivo e patologico, difficile da interrompere e molto dispendioso cognitivamente.
E’ presente tipicamente nei disturbi d’ansia come fattore di mantenimento o di mediazione.
Dott.ssa Annalisa Signorelli